Luigi Preti (1914 - 2009) fu antifascista della prima ora.
Rifiutò di arruolarsi nell'esercito, nel 1941, per le sue idee
socialiste e fu detenuto in un carcere militare, salvandosi dalla
condanna a morte per fucilazione alla schiena solamente grazie alla
caduta del regime fascista.
Fu Deputato all'Assemblea Costituente nelle fila del Partito Socialista Italiano, nel 1946.
Aderì alla scissione socialista di Palazzo Barberini e fu fra i fondatori del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, poi Partito Socialista Democratico Italiano.
Ministro
di lungo corso nei governi di Centro-Sinistra del dopoguerra (delle
Finanze, dei Trasporti, della Pubblica Amministrazione).
Scrisse numerose opere letterarie e di narrativa, a sfondo storico e politico.
Dopo
la falsa rivoluzione di Tangentopoli, che mise fine ai partiti
democratici e al Centro-Sinistra, fondò, nel 1996, Rinascita
Socialdemocratica.
Movimento
socialista che si federò, in un primo momento, a Forza Italia,
riconoscendo in Berlusconi il continuatore di una certa politica della
Prima Repubblica. Successivamente il movimento si fuse nel Nuovo PSI.
Personalmente
leggevo Luigi Preti sulle pagine de "L'Avanti!", il rinato giornale
socialista sul quale scriveva Bettino Craxi da Hammamet e nel quale, nei
primi Anni 2000 scrivevo anch'io (fu, assieme alla rivista
"MondOperaio", la mia prima collaborazione giornalistica).
Ho sempre avuto stima di lui e, riscoprire che Rinascita Socialdemocratica
esiste ancora, mi ha riempito il cuore di speranza, soprattutto per le
posizioni politiche di antitesi nei confronti di una UE oligarchica e
guerrafondaia.
Ricordo
che nel 1999, l'On. Preti, fu fra i pochissimi a dichiarare che la
Jugoslavia andava sostenuta, contro i bombardamenti NATO e contro i
fondamentalismi religiosi e etnici.
Un socialismo senza equivoci è necessario.
E, a una rinascita del socialismo senza equivoci, sono da sempre disponibile.
Luca Bagatin
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