lunedì 10 marzo 2025

L'Unione Europea e la Sindrome di Don Chisciotte": dal Green Deal al ReArm, una spirale di slogan, dogmi e paure immaginarie. Articolo di Roberto Vuilleumier

L'Unione Europea sembra sempre più affetta da una sorta di "Sindrome di Don Chisciotte", aggravata da una tendenza a costruire narrative allarmistiche fondate su pericoli spesso immaginari.

Con cadenza regolare, Bruxelles annuncia grandi iniziative, ammantate di retorica salvifica e slogan accattivanti, che promettono di risolvere i problemi del mondo in maniera utopica o di scongiurare minacce inesistenti.

Peccato che, spesso, questi progetti si basino su convinzioni errate, prive di solide basi scientifiche o economiche, e vengano gonfiati da una stampa compiacente e amplificati da mass media onnipresenti.

Il risultato?

Un bombardamento di informazioni unilaterali che alimenta dogmi, indebolisce il pensiero critico dei cittadini e giustifica decisioni irrazionali.

Il Green Deal, con la sua ambiziosa promessa di neutralità climatica entro il 2050, è un esempio lampante di questa tendenza. Un progetto che, si è tradotto in una serie di misure affrettate e spesso contraddittorie, con costi economici e sociali potenzialmente devastanti. Basti pensare al divieto di vendita di auto a combustione interna dal 2035, una decisione che rischia di mettere in ginocchio l'industria automobilistica europea senza garantire un'alternativa realistica e sostenibile per la mobilità delle persone.

Con la guerra in Ucraina, l’UE ha rilanciato RePowerEU, un piano che promette di affrancare l'Europa dalla dipendenza energetica russa. Anche in questo caso, però, gli slogan trionfalistici nascondono una realtà ben più complessa. La corsa alle rinnovabili, senza un'adeguata pianificazione e senza considerare i limiti tecnologici attuali, rischia di aggravare la crisi energetica e di aumentare i costi per famiglie e imprese.

Ma c'è di più.

Il RePower è inserito in un contesto di crescente militarizzazione dell'Unione Europea, alimentato dalla narrativa fantastica di una Russia aggressiva e pronta a invadere l'Europa.

Un pericolo immaginario, antistorico e privo di qualsiasi fondamento nella realtà. Eppure, i Paesi europei si mettono insieme per discutere dell'ennesima sciocchezza, riarmare l'Europa per un nemico fantasma, dirottando risorse preziose che potrebbero essere utilizzate per affrontare problemi reali come la crisi economica, la disoccupazione, la sanità pubblica e la povertà... E mentre si parla di riarmo, i Paesi europei, fautori dei più devastanti conflitti mondiali (Prima e Seconda Guerra Mondiale), si ergono ora a paladini della pace e della sicurezza, pronti a spendere miliardi in armamenti per difendersi da una minaccia che loro stessi hanno contribuito a creare.

Insomma, un vero e proprio capolavoro di coerenza, degno dei migliori Monty Python. E se poi la Russia decidesse di non invadere? Beh, poco male, avremo un arsenale ben fornito per la prossima crociata ideologica. Magari contro le emissioni di CO2 delle mucche.

Perché si sa, la guerra al cambiamento climatico è la più importante di tutte. E se nel frattempo l'economia europea crolla? Dettagli. L'importante è salvare il pianeta... o almeno, la faccia.

Roberto Vuilleumier

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