giovedì 24 aprile 2025

Socialismo, ovvero gestione dell'economia a beneficio della comunità. Articolo di Luca Bagatin

 

Da troppi decenni, purtroppo, la parola stessa “socialismo” o non viene utilizzata, oppure viene utilizzata a sproposito. Almeno nei Paesi UE e, più in generale, nel cosiddetto Occidente liberal capitalista.

Appena si parla di socialismo, ovvero di gestione dell'economia da parte della comunità, a beneficio della stessa, si viene accusati di estremismo o di...comunismo (come se il comunismo fosse, in sé, una bestemmia).

I veri estremisti, solitamente, sono invece coloro i quali muovono determinate accuse. Solitamente si tratta di liberal capitalisti che, l'economia, vogliono sia gestita da pochi e a beneficio di pochi.

Ovvero coloro i quali, la comunità, vogliono metterla in vendita, oppure l'hanno già venduta.

Alle multinazionali e al grande capitale finanziario, che veicola bisogni indotti attraverso la pubblicità commerciale e che privatizza ogni cosa. Sanità compresa.

Ovvero coloro i quali vorrebbero, nei fatti, negare i diritti umani fondamentali delle persone.

Come hanno fatto con i Paesi dell'Est europeo – a partire dagli Anni '90 - e tutti gli altri, sottomettendone sovranità politica, economica e sociale.

Ho i miei dubbi che, dalle nostre parti si possa ricostituire qualcosa di socialista, più che altro perché mancano tre aspetti fondamentali: formazione (conoscenza, alla base di tutto); coraggio; capacità di analisi; volontà di andare oltre il proprio orticello e quindi di comprendere che, fare in modo di stare bene tutti, anziché solamente noi stessi, è il modo più efficace ed efficiente per vivere, far vivere il prossimo e far prosperare la comunità nella quale si vive.

Questi concetti li hanno compresi solamente i socialisti seri. In Europa quelli slovacchi e moldavi, qualche britannico come Jeremy Corbyn, i neo-bonapartisti francesi e i socialisti latinoamericani, panafricani, russi e cinesi.

Nella Storia, sia italiana, che europea e mondiale, moltissimi sarebbero gli esponenti socialisti ai quali ispirarsi. Solo apparentemente diversi fra loro, ma unicamente perché hanno vissuto in epoche e contesti culturali diversi.

Ad ogni modo, molti di costoro, li ho descritti nel mio saggio “Ritratti del Socialismo” (https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/670930/ritratti-del-socialismo), nel quale invito anche a recuperare gli ideali e propositi socialisti, mazziniani, anarchici e marxisti della Prima Internazionale dei Lavoratori (1864), attualizzandoli, osservando gli esempi socialisti emancipatori, autogestionari e efficienti di America Latina e Repubblica Popolare Cinese.

Pensiamo a filosofi, ma anche condottieri e politici quali Pierre-Joseph Proudhon, Pierre Leroux, Paul Lafargue, Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Aleksandr Herzen, Luigi Napoleone Bonaparte, Mario Bergamo, Randolfo Pacciardi, Ernesto Rossi, Roberto Tremelloni, Juan Domingo Peron, Sandino, Hugo Chavez, Mu Ammar Gheddafi, Thomas Sankara, Josip Broz Tito, Deng Xiaoping, Bettino Craxi e molti altri.

Cosa elaborarono costoro, pur di nazionalità, cultura e epoche diverse, se non un socialismo largo e senza equivoci, anticapitalista e riformatore al contempo, ove al centro vi era la comunità, la sovranità, l'efficienza pubblica, l'autogestione, la collaborazione fra lavoratori e, in particolare, l'unione fra capitale e lavoro, posti nelle stesse mani?

Socialismo è questa roba qui.

Proprietà pubblica dei settori chiave dell'economia (telecomunicazioni, energia, trasporti, banche, industria pesante, settore militare, sanità e istruzione).

Promozione dell'autogestione delle imprese (azionariato popolare, proprietà delle imprese di chi vi lavora).

Promozione dell'efficienza, contro ogni monopolio e spreco.

Promozione della cooperazione internazionale, del multipolarismo, di un commercio aperto e libero fra Paesi.

Promozione di una società ordinata, fondata sul principio di autorità e di rispetto per le persone, in particolare per i più deboli. Con pene molto severe e inappellabili per chi commette reati contro la persona, in particolare contro le persone più deboli.

Promozione dell'educazione e della formazione delle persone. Dalla culla fino all'età matura.

Promozione della giustizia sociale fra le persone e fra gli Stati.

Promozione di un mondo più unito e inclusivo.

Promozione della laicità dello Stato e lotta ai fondamentalismi religiosi.

Nulla, insomma, di trascendentale e nulla che molti Paesi, già sopra citati e non liberal capitalisti, non conoscano già da molti decenni.

Qui da noi si sono solamente perduti questi concetti, per lasciare spazio a una UE oligarchica, non democratica, a guida tedesca (e a unico beneficio della Germania, che il socialismo lo ha abbandonato da quel dì), sostenuta da vere estreme destre e pseudo sinistre liberal capitaliste.

E abbiamo scelto di rimanere sottomessi ai Presidenti USA di turno, che il socialismo lo hanno sempre perseguitato, perché ostacolo alle classi ricche, oligarchiche e suprematiste bianche le cui lobby economiche li sostengono.

Il mondo di oggi, ad ogni modo, è sempre più interconnesso e multipolare.

La demografia condanna l'Occidente liberal capitalista e anche le sue classi politiche, sempre meno colte, efficienti e lungimiranti.

E' il momento del Sud del mondo, che, se guidato dal socialismo, può essere portatore di rinascita e benessere diffuso, come già vediamo grazie al Presidente brasiliano Lula e a quello cinese Xi Jinping.

E' il momento di riannodare i fili di un socialismo largo, efficiente, efficace, serio e che non ha dimenticato la Storia e le sue lezioni.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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