Anche il Venezuela socialista e bolivariano, lo scorso 3 settembre, ha celebrato l'80esimo anniversario della vittoria del popolo cinese nella Guerra di Resistenza contro l'aggressione giapponese e nella Guerra Mondiale Antifascista.
A Caracas, in occasione dell'evento, è stato inaugurato un suggestivo monumento che ricorda tale importante avvenimento storico, nel quale persero la vita oltre 35 milioni di cinesi.
L'inaugurazione è avvenuta alla presenza del Presidente socialista del Venezuela, Nicolas Maduro e dell'Ambasciatore cinese Lan Hu, oltre che gli alti componenti del governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela, fra i quali la Vicepresidente Delcy Rodriguez e il Ministro della Difesa Vladimir Padrino.
Il Presidente Maduro ha celebrato questo momento ricordando la “coraggiosa vittoria della resistenza contro l'ex Impero giapponese” e ha paragonato tale vittoria a quella ottenuta dall'Armata Rossa sovietica contro la Germania nazifascista.
Egli, ha inoltre ricordato i legami di amicizia e collaborazione fra Venezuela e Repubblica Popolare Cinese, rammentando come “la Cina è la principale potenza militare del pianeta Terra. Una potenza sorella, una potenza amica, una potenza senza una visione imperialista, colonialista o schiavista”.
L'Ambasciatore Lan Hu ha, a sua volta, espresso i suoi ringraziamenti, affermando: “A nome del governo e del popolo cinese, vorrei ringraziare il presidente Nicolas Maduro Moros, il governo e il popolo del Venezuela per la costruzione di questo monumento commemorativo, per questa grande vittoria mondiale”.
Egli ha fatto inoltre presente che essa rappresenta il riconoscimento della causa antifascista mondiale e la ferma determinazione di entrambi i Paesi a resistere a qualsiasi forma di aggressione o invasione straniera.
E, a proposito di causa comune antifascista, il 12 settembre scorso, incontrando il Presidente della Repubblica Austriaca, Alexander Van der Bellen e la Ministra per gli Affari Europei e Internazionale Beate Meinl-Reisinger, il Ministro degli Affari Esteri cinese, Wang Yi, oltre a sottolineare la stabilità delle relazioni fra Cina e Austria, ha ricordato come la Repubblica Popolare Cinese abbia accolto numerosi ebrei provenienti dall'Austria, alcuni dei quali si sono distinti per eroismo nella causa antifascista.
In particolare, egli ha ricordato tre figure importanti: Jakob Rosenfeld, Richard Frey e Ruth F. Weiss, in quali hanno contribuito a combattere e diffondere gli ideali antifascisti, a fianco del popolo cinese, contro l'aggressore giapponese e sono ricordati, in Cina, come eroi nazionali.
Jakob Rosenfeld (1903 – 1952) fu urologo, ex componente del Partito Socialdemocratico Austriaco, deportato nel campo di concentramento di Dachau e successivamente a Buchenwald. Nel 1939 fu rilasciato, ma, costretto a lasciare immediatamente il Paese, fuggì a Shanghai e qui si arruolò volontario nella Nuova Quarta Armata e servì le forze comuniste cinesi come medico. Nel 1942 aderì al Partito Comunista Cinese e fu nominato Generale dell'esercito.
Molti anni dopo scoprì che la gran parte della sua famiglia era morta nei campi di sterminio nazisti. Lavorò, infine, come medico a Tel Aviv, ove morì ed è considerato, in Cina, un eroe nazionale, tanto che ogni anno la sua tomba è visitata da una delegazione del governo cinese.
Richard Frey (1920 – 2004), il cui nome originario era Richard Stein, fu aderente alla Gioventù Comunista d'Austria e al Partito Comunista d'Austria. Fuggì alle persecuzioni antisemite nel 1939 e si arruolò nelle forze armate comuniste cinesi, divenendo membro del Partito Comunista Cinese nel 1944. Nel 2007 il governo cinese eresse, vicino Pechino, un monumento alla sua memoria.
Ruth F. Weiss (1908 – 2006), nata a Vienna in una famiglia ebrea, educatrice e giornalista, fuggì anche lei a Shanghai, nel 1933, ottenendo nel 1955 la cittadinanza cinese e divenendo, nel 1983, membro del Comitato nazionale della Conferenza politica consultiva del popolo cinese (CPPCC), per il suo impegno nella cultura e nell'educazione e per aver documentato il conflitto fra la resistenza cinese e gli imperialisti giapponesi.
Storie molto probabilmente poco conosciute da noi, ma che meritano di essere celebrate, rispettate e ammirate.
Anche perché dimostrano legami fra storie e popoli apparentemente lontani, ma uniti dai comuni ideali socialisti, democratici e antifascisti, che possono, ancora oggi, illuminare un mondo che dovrebbe ricercare unità, pace, sviluppo e cooperazione, in luogo di assurde contrapposizioni, portatrici di morte, divisione e instabilità.
Luca Bagatin
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