Il peronismo argentino torna protagonista.
Alle elezioni della provincia di Buenos Aires, di domenica 7 settembre, che hanno rinnovato metà dell'Assemblea Legislativa provinciale, la coalizione peronista di centrosinistra, socialista e populista di sinistra, Fuerza Patria, ha conquistato ben il 47,3% dei consensi, superando di gran lunga l'attuale coalizione di governo liberal-capitalista e di estrema destra, La Libertad Avanza, che si è fermata al 33,7%.
A seguire la coalizione peronista centrista, alleata ai radicali, Somos Buenos Aires, con il 5,3% e il trotzkista Fronte di Sinistra e dei Lavoratori con il 4,4%. Le altre liste hanno ottenuto meno del 3% dei voti.
Fuerza Patria, che ha ottenuto il record dei voti nelle zone rurali, è stata fortemente sostenuta dall'ex Presidentessa peronista Cristina Kirchner, attualmente agli arresti domiciliari a causa di una ingiusta condanna dalla Corte Suprema argentina, per presunta corruzione relativa al periodo nel quale governò il Paese.
Cristina Kirchner, per festeggiare la vittoria del peronismo alle elezioni di Buenos Aires, è apparsa sul balcone di casa sua, indossando una maglia con un cuore rosso al centro e ha ringraziato la folla in festa.
L'ex Presidentessa, paladina dei diritti sociali e civili, assieme al marito Nestor, durante i loro anni di buongoverno, è sempre stata fortemente critica, anche sui social, nei confronti delle politiche di macelleria sociale attuate dal governo di estrema destra presieduto da Javier Milei, il quale ha vinto le elezioni, purtroppo, a causa di divisioni interne nel fronte peronista, che hanno favorito gli oppositori.
Ed ha invitato l'elettorato argentino, anche sui social, a sostenere i peronisti alle elezioni legislative del 26 ottobre prossimo, alle quali lei, purtroppo, non potrà essere candidata.
Il governo Milei, leader del partito liberal-capitalista La Libertad Avanza, è stato duramente contestato dalla piazza argentina, nell'ultimo anno, a causa delle sue politiche di distruzione dello stato sociale, di smantellamento dell'apparato pubblico e per aver addirittura negato l'esistenza della sanguinaria e terrorista dittatura militare che governò il Paese, dal 1976 al 1983.
Lo slogan della piazza peronista, in questi mesi, è stato “Mai Più”, riferendosi al non voler mai più ritornare ai tempi della dittatura militare antiperonista, che ha causato la scomparsa di migliaia di dissidenti (i cosiddetti desaparecidos), rapito bambini, compiuto violenze e torture, con l'appoggio dei governi USA.
Fu grazie al governo peronista di sinistra di Nestor Kirchner, se il regime criminale di Jorge Videla fu denunciato, con oltre 1.200 persone, legate al regime militare, finalmente condannate e con Videla condannato a due ergastoli e a 50 anni di carcere.
Il peronismo argentino, che ebbe come fondatori e paladini il Presidente e Generale Juan Domingo Peron (1895 - 1974) e sua moglie Evita (1919 - 1952), con la sua dottrina fondata su giustizia sociale, sovranità nazionale, indipendenza economica e unità del mondo latinoamericano e del Terzo Mondo, contro ogni forma di colonialismo e di imperialismo, sta dunque tornando sulla cresta dell'onda ed è pronto a rovesciare democraticamente il nuovo regime – tanto amato dalla Meloni (che ha concesso a Milei addirittura la cittadinanza italiana...sic!) e da Trump - fondato su egoismo, avvicinamento al regime USA ed ai suoi pessimi satelliti e che ha impedito all'Argentina di aderire ai BRICS.
Luca Bagatin
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