lunedì 29 settembre 2025

In Moldavia i socialisti e i comunisti perdono le elezioni, ma sono pronti a opporsi alla destra liberal capitalista al potere. Articolo di Luca Bagatin

 

Spiace che, elezioni legislative moldave del 28 settembre scorso, la coalizione di sinistra patriottica, socialista e comunista, impropriamente e banalmente definita dai grandi media nostrani “filo-russa” (solo perché promuove la normalizzazione dei rapporti con la Russia e un'apertura al dialogo), sia stata sconfitta dal partito liberal capitalista al potere.

Spiace, perché la Moldavia rinuncerà, ancora una volta, alla giustizia sociale e alla sovranità nazionale, in favore di liberalizzazioni e sudditanza all'oligarchia liberal capitalista.

Il “Blocco Elettorale Patriottico dei Socialisti e dei Comunisti della Moldavia” (BECS) ha ottenuto, infatti, il 24,17% contro il partito della destra liberal capitalista “Partito Azione e Solidarietà” (PAS) di Maia Sandu, che ha ottenuto il 50,2%.

Sia il partito della Sandu che la coalizione social-comunista, ad ogni modo, hanno perso rispettivamente 8 e 6 seggi.

Al terzo posto si è piazzata la coalizione socialdemocratica e democratico cristiana “Alternativa”, che ha ottenuto il 7,97% e conquistato 8 seggi, entrando così, per la prima volta, nel Parlamento moldavo. Tale coalizione è costituita da ex esponenti comunisti e socialisti, oltre che da centristi.

Chi ha conquistato seggi, rispetto alle scorse elezioni, è stato il “Partito Nostro”, di ispirazione populista di sinistra, euroscettico, antioligarchico e anticorruzione, che, ottenendo il 6,2% ha ottenuto 6 seggi. Alle scorse elezioni del 2021 aveva ottenuto il 4,1% e non aveva conquistato alcun seggio.

Infine, un altro partito che ha conquistato seggi rispetto alla scorsa tornata, è stato il “Partito della Democrazia in Casa” di ispirazione populista di destra, europeista e sostenitore dell'unificazione fra Moldavia e Romania, che, ottenendo il 5,62% ha conquistato 6 seggi.

Il leader del Partito dei Socialisti della Repubblica di Moldavia ed esponente delle coalizione social-comunista, Igor Dodon, su Facebook. ha dichiarato: “L'opposizione ha vinto le elezioni parlamentari del Paese. Tuttavia, il PAS si aggrappa ancora una volta al potere, solo grazie ai voti della diaspora.
Quattro anni fa, i cittadini hanno votato per il PAS con fiducia e speranza. Ieri, tuttavia, molti avevano semplicemente paura di andare alle urne, a causa del clima di paura e isteria diffuso dal governo. Ma è troppo presto per gioire: la società è insoddisfatta, la gente è stanca, e questa insoddisfazione non farà che aumentare.
Non cederemo. Ieri sono state registrate centinaia di violazioni: ponti e strade bloccati per i cittadini della Repubblica di Moldova sulla riva sinistra del fiume Nistru, messaggi di minacce di esplosioni in alcuni seggi elettorali in Paesi europei, dopo i quali il numero di coloro che avrebbero votato è improvvisamente aumentato, il lavoro di osservatori e giornalisti è stato ostacolato, la pressione sull'opposizione attraverso perquisizioni, l'esclusione di alcuni partiti e candidati. Tutto ciò mette seriamente in discussione la legittimità dei risultati elettorali. Abbiamo contestato tutte le violazioni alla CEC e faremo ogni sforzo per stabilire giustizia nel rispetto della legge.
Esortiamo tutti a mantenere la calma e a non lasciarsi provocare. Non cediamo, restiamo uniti. Questo è stato l'ultimo respiro dell'attuale governo. Più passa il tempo, meno legittimo sarà e più la gente vorrà liberarsene”.

Luca Bagatin

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sabato 27 settembre 2025

Gustavo Petro e Roger Waters, due socialisti dalla parte dell'umanità e dell'amore. Articolo di Luca Bagatin

 

Dire che il Presidente socialista della Colombia, Gustavo Petro, nella sua manifestazione pacifica a New York, a sostegno del popolo palestinese, bombardato dal regime di Nethanyau, avrebbe inneggiato ai disordine e alla violenza, è alquanto pretestuoso e ridicolo.

Assieme all'ex leader dei Pink Floyd, Roger Waters, noto per il suo attivismo in favore dei diritti civili e umani, della giustizia sociale e per la promozione del socialismo nel mondo, il Presidente Petro ha organizzato una piccola manifestazione pacifica, nella quale ha detto, fra le altre cose: “Chiedo a tutti i soldati dell’esercito degli Stati Uniti di non puntare i loro fucili contro l’umanità” e ha aggiunto “Disobbedite agli ordini del presidente Donald Trump, obbedite agli ordini dell’umanità”, invitando a promuovere la pace e non la guerra, tanto amata dai Presidenti dei regimi a Stelle e Strisce, siano essi “Repubblicani” o “Democratici” (repubblicani e democratici più di nome che di fatto, invero).

Egli, nei giorni scorsi, in sede ONU, aveva promosso la nascita di un “esercito per la salvezza dell'umanità” contro i crimini perpetrati da regimi come quello di Nethanyau e aveva sollevato la proposta di chiedere alla Repubblica Popolare Cinese un contributo attivo in questo senso (vedi il mio precedente articolo: https://amoreeliberta.blogspot.com/2025/09/il-presidente-socialista-della-colombia.html).

Egli ha anche sottolineato di non avere “nulla contro il popolo ebraico, né contro il popolo di Israele”.

Il Dipartimento di Stato USA ha scritto su X che Petro avrebbe “esortato i soldati statunitensi a disobbedire agli ordini” ed avrebbe incitato “alla violenza”. Per queste pretestuose motivazioni, nel post, è scritto anche che al Presidente colombiano sarebbe stato revocato il visto.

Per tutta risposta, il Presidente colombiano, su Facebook, ha scritto: “Sono arrivato a Bogotà e ho scoperto di non avere più un visto per gli Stati Uniti. Per andare a Ibagué alla grande manifestazione per la democrazia di Tolima, non ho bisogno di un visto. Separare gli Stati Uniti dalla Colombia è ciò di cui le mafie hanno bisogno. Ciò che il governo degli Stati Uniti mi sta facendo viola tutte le norme sull'immunità su cui si basano le Nazioni Unite e la sua Assemblea Generale. C'è immunità totale per i Presidenti che partecipano all'Assemblea e il governo degli Stati Uniti non può influenzare l'opinione degli Stati Uniti. Il fatto che non mi sia stato permesso di entrare nell'Autorità Nazionale Palestinese e che il mio visto sia stato revocato per aver chiesto agli eserciti statunitense e israeliano di non sostenere il genocidio, che è un crimine contro tutta l'umanità, dimostra che il governo degli Stati Uniti non rispetta più il diritto internazionale. La sede delle Nazioni Unite non può rimanere a New York”.

In un altro post, lungo e toccante, rispondendo direttamente a Trump, ha inoltre fatto presente che: “L'umanità è contro il genocidio, e in Colombia ci fu un genocidio contro il popolo quando i conservatori fascisti ordinarono che i liberali fossero sconfitti con il sangue e con il fuoco. Quel genocidio continuò anche in seguito, attraverso un'alleanza con il narcotraffico.
Mai, in nessun Paese al mondo, la mafia ha avuto un controllo così esteso sullo Stato come in Colombia. Mai, in nessun luogo, la mafia è stata in grado di emanare così tante leggi e, dal potere stesso dello Stato, uccidere centinaia di migliaia di contadini e giovani.
Mai, in nessun luogo al mondo, la mafia è riuscita a sfrattare milioni di contadini dalle loro terre. Il governo del narcotraffico instaurato in Colombia fu genocida.
Luis Carlos Galán lo denunciò e fu assassinato per questo. Quel Galán che ho incontrato personalmente quando ero un giovane combattente dell'M19, a cui dissi che eravamo fratelli, deve essere rivissuto nella voce del suo antenato, il comunardo José Antonio Galán, smembrato dai castigliani perché ribelle. I responsabili di questo genocidio cercano di rifugiarsi dietro di te, Trump, perché credono che tu protegga i responsabili del genocidio. Non circondarti di responsabili del genocidio.
L'umanità esige la fine del crimine a Gaza. Gli israeliani hanno subito un atto di terrore contro i loro giovani durante un concerto, e ci sono state morti che non avrebbero dovuto accadere. Ma la risposta non deve essere un crimine contro l'umanità. Non possiamo permettere che vengano uccisi bambini a Gaza.
Sua moglie, signor Trump, o le sue figlie, dovrebbero dirle che uccidere bambini non è giusto. Me lo dicono le mie figlie.
Rispetto la sua famiglia e le ho detto che avrei bevuto un whisky, nonostante la gastrite, a casa sua o a casa mia, o dove voleva, ma parlando faccia a faccia, tra pari, da uomini e senza bugie. Non mi ha risposto.
Metta da parte le sciocchezze dei suoi consiglieri, veda l'umanità con chiarezza e veda cosa sta succedendo. Non si rendono grandi gli Stati Uniti uccidendo bambini indifesi. Ora trasformeranno la mia libera e umana opinione in un crimine. Sapete che le leggi internazionali mi garantiscono l'immunità per rivolgermi alle Nazioni Unite e che non dovrebbero esserci rappresaglie per la mia libera opinione, perché sono una persona libera.
I missili non dovrebbero cadere sulla popolazione civile di Gaza. I missili non dovrebbero cadere sui giovani poveri al servizio dei narcotrafficanti, né sui contadini che cercano di sopravvivere. I missili non dovrebbero cadere sui migranti che partono perché non sopportano la povertà. I migranti non sono criminali e non meritano la pena di morte: farlo è un crimine contro l'umanità.
Trump, stai lontano da Hitler. C'è ancora tempo. Ho pregato per i soldati statunitensi che, in prima linea nella battaglia della Linea Gotica, vicino a Firenze, la città rinascimentale in Italia, morirono per la libertà. Ho pregato nel loro cimitero.
Non uccidete la libertà. I miei antenati vissero 30.000 anni fa in America e crearono lingue, arte e civiltà. I tuoi antenati sono arrivati ​​appena un secolo fa, ma questo non importa: sei il benvenuto in America, terra di libertà, e nel paese di Bolívar, la Gran Colombia, a nessun cittadino degli Stati Uniti sarà proibito l'ingresso, perché siamo liberi. Ma nessun criminale di guerra entrerà, tanto meno un criminale contro l'umanità.
Basta Auschwitz per il petrolio. Nel mezzo degli affari, c'è tempo per l'amore e l'umanità, dice la Bibbia.
Liberati, Trump, da quella schiavitù che durerà per generazioni.
Ho detto, e non è un crimine, di non obbedire alle voci che ordinano ai loro eserciti di sparare sull'umanità.
Sono, oltre che un colombiano orgoglioso del suo Paese, che ama la sua enorme bellezza tropicale, il suo mare e le sue montagne, e tutte le sue culture, belle come la natura, un cittadino europeo. Non ho bisogno del tuo visto, ma andrò solo su invito del tuo popolo. Non ho nemmeno bisogno di viaggiare: la Colombia è il cuore del mondo, e nelle sue terre vivono esseri umani che portano nelle loro vene tutti i popoli del mondo. Posso vedere il mondo viaggiando attraverso il mio Paese”.

Gustavo Petro, come il compianto Presidente dell'Uruguay José “Pepe” Mujica, come il Presidente brasiliano Lula (peraltro tutti molto amici del già citato Roger Waters) e molti altri leader socialisti democratici autentici, latinoamericani, asiatici e del Sud del mondo, sono un faro di speranza, in un mondo che sta perdendo ogni forma di umanità e dignità.

In un mondo in particolare, quello Occidentale liberal capitalista, che mistifica e scambia la democrazia con la barbarie; la libertà con il consumismo e l'edonismo (o, peggio, con la violenza nei confronti dei più deboli); il riformismo con il fondamentalismo. Che distrugge la scuola pubblica, la sanità, la civiltà, invocando più armi.

In un circo degli orrori senza fine.

Luca Bagatin

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venerdì 26 settembre 2025

Sempre Giuseppe Garibaldi, socialista sansimoniano e umanitario, teosofo e massone, nel nostro cuore

 Dalla pagina Facebook a lui dedicata: https://www.facebook.com/profile.php?id=100063733551674  

 

"Non sono nato nelle assemblee pubbliche; ma se c'è un'assemblea dove potete trovarmi, è l'assemblea operaia. Tra questi cuori semplici, mi sento a casa."
Giuseppe Garibaldi.
Alla Società Operaia - Genova, Caprera, 16 settembre 1863
 
"La guerra è la vera vita di un uomo! (Garibaldi ha in mente la guerra rivoluzionaria delle masse per la loro liberazione. Egli era un appassionato oppositore delle guerre che si svolgevano tra Paesi capitalisti, ma sosteneva fervidamente le guerre di liberazione nazionale e le rivolte dei lavoratori contro i loro sfruttatori. Garibaldi formulò il suo atteggiamento verso le guerre più chiaramente nelle tesi presentate al Congresso Internazionale per la Pace, tenutosi a Ginevra nel settembre 1867. Una di queste tesi affermava: "Solo uno schiavo ha il diritto di combattere contro un tiranno: questa è l'unica volta in cui la guerra è permessa" (vedi G. Garibaldi. Scritti e discorsi di politica! con militari. Vol. II (V). Bologna, 1935, p. 412).) 

 
 

Il Presidente socialista della Colombia Gustavo Petro auspica un “esercito della salvezza dell'umanità” per difendere il popolo palestinese. Articolo di Luca Bagatin

 

Il Presidente socialista della Colombia, Gustavo Petro, in occasione della sessione plenaria dell'80esima Assemblea Generale dell'ONU, ha pronunciato a New York, poco dopo il suo arrivo, un discorso nel quale ha affermato di voler sollecitare un intervento diretto della Repubblica Popolare Cinese nel caso in cui i continui bombardamenti contro i civili su Gaza, da parte del regime di Nethanyau, non dovessero cessare.

Egli ha sottolineato, riferendosi a ciò, che:Nessuno perdonerà questo per generazioni. Le Nazioni Unite saranno finite se continuano su questa strada. Se lo bloccano nel Consiglio di Sicurezza, sarà votato dall'Assemblea Generale”. Ed ha aggiunto: "E ciò su cui si vota non è più una richiesta, ma la formazione di un esercito per la salvezza dell'umanità. E se devo dire alla Cina di fornire i distaccamenti, lo chiedo perché non può essere concesso un altro giorno e perché gli eserciti d'Europa si sono arresi a Hitler e perché l'esercito degli Stati Uniti si sta arrendendo a Hitler".

Egli ha sottolineato, altresì, che È tutta l'umanità che deve rispondere, perché non si può permettere un altro giorno di genocidio, perché sarebbe un genocidio contro i nostri popoli, come è già iniziato nei Caraibi, e perché sarebbe uno spreco del tempo che abbiamo per salvare vite umane”.

Durante l'Assemblea Generale, il delegato della Repubblica Popolare Cinese, Geng Shuang, ha affermato, in merito, che “È necessario porre fine immediatamente alla tragedia di Gaza, alleviare le tensioni in Cisgiordania, correggere le ingiustizie storiche subite dai palestinesi e salvaguardare la pace e la stabilità nella regione del Medio Oriente”. Egli ha altresì espresso apprezzamento per il riconoscimento dello Stato della Palestina da parte di diversi governi occidentali, sottolineando come questi dovrebbero promuovere la “soluzione dei due Stati” e sostenere l'indipendenza della Palestina e la sua adesione all'ONU il prima possibile.

Il Presidente colombiano Petro, nell'ambito dell'Assemblea delle Nazioni Unite, ha inoltre puntato il dito contro l'Amministrazione USA di Donald Trump e la sua sedicente “politica antidroga”, sottolineando come La politica antidroga non ha lo scopo di impedire alla cocaina di raggiungere gli Stati Uniti; lo scopo della politica antidroga è dominare la popolazione del Sud in generale”.

Egli ha peraltro affermato che, durante la sua amministrazione, in Colombia, nel 2023 e 2024, è stato sequestrato il maggior quantitativo di cocaina e che oltre 700 narcotrafficanti sono stati estradati in Europa e negli USA.

Il mio governo ha sequestrato la cocaina e non abbiamo lanciato un solo missile, né ucciso alcun giovane”, ha affermato il Presidente Petro, riferendosi alle discutibili “politiche antidroga” del governo USA.

Luca Bagatin

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Dal Venezuela all'Austria, la Repubblica Popolare Cinese ricorda gli eroi antifascisti e la vittoria contro l'aggressione giapponese. Articolo di Luca Bagatin

 

Anche il Venezuela socialista e bolivariano, lo scorso 3 settembre, ha celebrato l'80esimo anniversario della vittoria del popolo cinese nella Guerra di Resistenza contro l'aggressione giapponese e nella Guerra Mondiale Antifascista.

A Caracas, in occasione dell'evento, è stato inaugurato un suggestivo monumento che ricorda tale importante avvenimento storico, nel quale persero la vita oltre 35 milioni di cinesi.

L'inaugurazione è avvenuta alla presenza del Presidente socialista del Venezuela, Nicolas Maduro e dell'Ambasciatore cinese Lan Hu, oltre che gli alti componenti del governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela, fra i quali la Vicepresidente Delcy Rodriguez e il Ministro della Difesa Vladimir Padrino.

Il Presidente Maduro ha celebrato questo momento ricordando la “coraggiosa vittoria della resistenza contro l'ex Impero giapponese” e ha paragonato tale vittoria a quella ottenuta dall'Armata Rossa sovietica contro la Germania nazifascista.

Egli, ha inoltre ricordato i legami di amicizia e collaborazione fra Venezuela e Repubblica Popolare Cinese, rammentando come “la Cina è la principale potenza militare del pianeta Terra. Una potenza sorella, una potenza amica, una potenza senza una visione imperialista, colonialista o schiavista”.

L'Ambasciatore Lan Hu ha, a sua volta, espresso i suoi ringraziamenti, affermando: “A nome del governo e del popolo cinese, vorrei ringraziare il presidente Nicolas Maduro Moros, il governo e il popolo del Venezuela per la costruzione di questo monumento commemorativo, per questa grande vittoria mondiale”.

Egli ha fatto inoltre presente che essa rappresenta il riconoscimento della causa antifascista mondiale e la ferma determinazione di entrambi i Paesi a resistere a qualsiasi forma di aggressione o invasione straniera.

E, a proposito di causa comune antifascista, il 12 settembre scorso, incontrando il Presidente della Repubblica Austriaca, Alexander Van der Bellen e la Ministra per gli Affari Europei e Internazionale Beate Meinl-Reisinger, il Ministro degli Affari Esteri cinese, Wang Yi, oltre a sottolineare la stabilità delle relazioni fra Cina e Austria, ha ricordato come la Repubblica Popolare Cinese abbia accolto numerosi ebrei provenienti dall'Austria, alcuni dei quali si sono distinti per eroismo nella causa antifascista.

In particolare, egli ha ricordato tre figure importanti: Jakob Rosenfeld, Richard Frey e Ruth F. Weiss, in quali hanno contribuito a combattere e diffondere gli ideali antifascisti, a fianco del popolo cinese, contro l'aggressore giapponese e sono ricordati, in Cina, come eroi nazionali.

Jakob Rosenfeld (1903 – 1952) fu urologo, ex componente del Partito Socialdemocratico Austriaco, deportato nel campo di concentramento di Dachau e successivamente a Buchenwald. Nel 1939 fu rilasciato, ma, costretto a lasciare immediatamente il Paese, fuggì a Shanghai e qui si arruolò volontario nella Nuova Quarta Armata e servì le forze comuniste cinesi come medico. Nel 1942 aderì al Partito Comunista Cinese e fu nominato Generale dell'esercito.

Molti anni dopo scoprì che la gran parte della sua famiglia era morta nei campi di sterminio nazisti. Lavorò, infine, come medico a Tel Aviv, ove morì ed è considerato, in Cina, un eroe nazionale, tanto che ogni anno la sua tomba è visitata da una delegazione del governo cinese.

Richard Frey (1920 – 2004), il cui nome originario era Richard Stein, fu aderente alla Gioventù Comunista d'Austria e al Partito Comunista d'Austria. Fuggì alle persecuzioni antisemite nel 1939 e si arruolò nelle forze armate comuniste cinesi, divenendo membro del Partito Comunista Cinese nel 1944. Nel 2007 il governo cinese eresse, vicino Pechino, un monumento alla sua memoria.

Ruth F. Weiss (1908 – 2006), nata a Vienna in una famiglia ebrea, educatrice e giornalista, fuggì anche lei a Shanghai, nel 1933, ottenendo nel 1955 la cittadinanza cinese e divenendo, nel 1983, membro del Comitato nazionale della Conferenza politica consultiva del popolo cinese (CPPCC), per il suo impegno nella cultura e nell'educazione e per aver documentato il conflitto fra la resistenza cinese e gli imperialisti giapponesi.

Storie molto probabilmente poco conosciute da noi, ma che meritano di essere celebrate, rispettate e ammirate.

Anche perché dimostrano legami fra storie e popoli apparentemente lontani, ma uniti dai comuni ideali socialisti, democratici e antifascisti, che possono, ancora oggi, illuminare un mondo che dovrebbe ricercare unità, pace, sviluppo e cooperazione, in luogo di assurde contrapposizioni, portatrici di morte, divisione e instabilità.

Luca Bagatin

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lunedì 22 settembre 2025

Intervista a Luca Bagatin sul socialismo arabo e il Libro Verde di Mu'ammar Gheddafi sul canale YouTube "Rosso Fastidio"

 

 

Per approfondimenti


https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/670930/ritratti-del-socialismo/


 https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/490308/amore-e-liberta/ 

Socialismo è promuovere il potere del popolo. Ovvero è Democrazia.

 Le alleanze andrebbero fatte con il popolo, non con i partiti. E non andrebbero fatte per rappresentarlo, ma per servirlo.
Rompendo e rovesciando l'ordine borghese e liberale. Promuovendo il potere del popolo, ovvero del Socialismo, che, in quanto tale, è il fondamento della Democrazia (che è potere del popolo, non dei partiti, non dei padroni, non degli oligarchi).

(Luca Bagatin)
https://ilmiolibro.kataweb.it/.../ritratti-del-socialismo/

XX Settembre, festa di laicità e democrazia cancellata dal fascismo e mai più reintrodotta. Articolo di Luca Bagatin

 

Il 20 Settembre è una data storica per l'Italia, la cui festività nazionale fu cancellata dal fascismo, probabilmente per ingraziarsi, ancora una volta, la Chiesa cattolica.

Il 20 Settembre, fino all'avvento della dittatura fascista, infatti, era la Festa della liberazione della Capitale d'Italia e dell'unificazione nazionale.

Il 20 Settembre 1870, con la presa di Roma, nota anche come Breccia di Porta Pia (ovvero quando i Bersaglieri italiani irruppero nello Stato Pontificio e lo conquistarono), l'Italia fu finalmente unita e libera da ogni forma di dominazione straniera e da ogni imposizione clericale.

La presa di Roma rappresenta, infatti, anche la fine dello Stato Pontificio e la caduta del potere temporale dei Papi dei cattolici.

Il 20 Settembre o XX Settembre, è e rimane storicamente il simbolo della vittoria della democrazia, della laicità e della libertà spirituale del popolo italiano.

Gli ideali del Risorgimento, mazziniani e garibaldini, trovarono – in tale data - quantomeno parziale compimento, per quanto, i successivi accordi fra il becerume liberal-monarchico al governo dell'Italia e la cosiddetta Santa Sede, mutilarono quella nobile vittoria anticlericale.

Con l'infausta Legge delle Guarentigie, infatti, il Regno d'Italia non solo garantì l'inviolabilità del Pontefice nella sua persona, ma anche l'inviolabilità dei suoi onori sovrani; la possibilità di avere delle forze armate; l'extraterritorialità dei palazzi vaticani, i quali rimanevano esentati dalla legge italiana e fu garantito finanche un introito annuo da corrispondere al Papa e al suo entourage di oltre 3 milioni di lire (oggi corrispondenti a circa 15 milioni di euro)!

Una legge vergognosa, che diverrà ancor più vergognosa con le ulteriori concessioni allo Stato Pontificio concesse dal fascismo mussoliniano, con i Patti Lateranensi (ancora oggi presenti nella Costituzione italiana) e con il successivo Nuovo Concordato, il peggior errore che Bettino Craxi – pur grande statista – potesse commettere.

Ad ogni modo, nonostante questi obbrobri clericali e di genuflessione ad uno Stato straniero, il XX Settembre rimane una data simbolica, purtroppo ancora oggi non più celebrata e festeggiata come tale e ricordata unicamente dalla Massoneria italiana e da qualche associazione laica e anticlericale. E ciò, nonostante siano state depositate alcune proposte di legge trasversali di reintroduzione di tale festività.

Ad ogni modo quello spirito garibaldino, che pur fu sconfitto negli anni successivi al Risorgimento (si pensi che Garibaldi si ritirò, povero e deluso, nella sua Caprera, dimettendosi finanche dalla carica di deputato al Parlamento, per tornare a fare l'agricoltore), continua ad aleggiare nei cuori di coloro i quali hanno combattuto e combattono ancora per un ideale.

Giuseppe Garibaldi, simbolo di socialismo originario e di lotta ai tiranni disse: “Il giorno in cui i contadini saranno educati nel vero, i tiranni e gli schiavi saranno impossibilitati sulla terra”.

In alcune zone del mondo questo monito e auspicio si è avverato. Pensiamo ai Paesi del Socialismo del XXI Secolo in America Latina (molti dei quali, ancora oggi, oltre che a Bolivar, Sandino e José Martì, si ispirano anche ai nostri Garibaldi e Mazzini) e in diversi Paesi socialisti nel mondo.

In Italia e nel resto dell'UE (in cui – grazie alle varie Von Der Leyen, Draghi, Kallas, Metsola and Co., si è tornati ad un clima pre-Risorgimentale e oligarchico), evidentemente no, ma l'eroe non è colui che vince sulla terra, ma colui il quale vince nello spirito e lo spirito è e rimane senza tempo.

Lo spirito di laicità portato avanti dal XX Settembre non morirà mai, finché la fiaccola del Risorgimento, garibaldino, mazziniano, massonico, socialista, repubblicano, teosofico, democratico, rimarrà vivo.

Luca Bagatin

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Meloni, l'illusione di un'Italia sovrana. Articolo di David Saforcada

 

Giorgia Meloni continua a salire nei sondaggi. La sua fermezza, la sua autorevolezza e la sua capacità di incarnare un'Italia finalmente stabile sono elogiate. Ma se il Primo Ministro italiano rimane popolare, è anche perché non dà davvero fastidio a chi a Bruxelles e Washington detiene le redini.

Perché dietro l'atteggiamento marziale e la retorica sulla sovranità, Meloni si inserisce in una continuità atlantista e filoeuropea che rassicura le potenze tutelari. Sostegno incrollabile alla NATO, allineamento docile e lealtà al pareggio di bilancio dell'UE: questo è il vero segreto della sua longevità. Finché rimane in linea su queste questioni strategiche, ha carta bianca per esperimenti interni, che riguardino l'immigrazione, la tassazione o la retorica identitaria.

L'ombra della povertà
Ma mentre Meloni sfila sui palcoscenici internazionali, la vera Italia sta affondando. La povertà assoluta colpisce quasi un italiano su dieci, un fenomeno mai visto in un decennio. Un quarto della popolazione vive sotto la minaccia dell'esclusione sociale. La sostituzione del Reddito di cittadinanza con un Assegno di inclusione più restrittivo ha lasciato migliaia di famiglie in situazioni precarie, soprattutto al Sud. E i salari, schiacciati dall'inflazione nel 2022-2023, faticano a recuperare.

Un'economia in stallo
Crescita anemica, debito colossale, disoccupazione giovanile endemica: la penisola sopravvive, ma non progredisce. Le riforme strutturali promesse vengono diluite in continui compromessi, mentre il governo preferisce ostentare simboli identitari piuttosto che affrontare le cause profonde dei problemi dell'Italia: produttività in calo, servizi pubblici degradati e divario Nord-Sud.

L'illusione della sovranità
Il paradosso sta qui: Meloni parla di un'Italia orgogliosa e indipendente, ma il suo potere deriva proprio dalla sua conformità internazionale. Si impegna con la NATO, si sottomette alle regole di Bruxelles, applica le direttive macroeconomiche e in cambio può bloccare il dibattito interno, lusingare gli istinti di sicurezza e stringere la morsa sui più deboli.

In breve, Giorgia Meloni governa un'Italia che si crede sovrana ma non lo è. Il margine di manovra che le viene concesso in ambito interno nasconde a malapena la durezza delle condizioni sociali e l'assenza di un autentico piano di emancipazione economica.

Finché gli italiani riterranno una facciata di stabilità preferibile alla verità dei numeri, Meloni manterrà il controllo. Ma il giorno in cui la realtà dell'impoverimento raggiungerà la retorica, l'illusione rischia di svanire bruscamente.

David Saforcada

53 anni, bonapartista e Presidente del movimento politico francese “L'Appel au Peuple”, unico movimento bonapartista in Francia, guidato anche dal Principe Joachim Murat, discendente del Re di Napoli. Partito che difende i valori patriottici e sociali fedeli allo spirito promosso da Napoleone III.

Ha prestato servizio per circa dieci anni nell'esercito francese nel comparto di fanteria di marina, partecipando a diverse operazioni all'estero. Lavora attualmente nel settore privato.

Il Congresso argentino respinge i veti di Miei e approva le leggi per l'aumento dei finanziamenti per l'assistenza pediatrica e l'università. Esulta la piazza, che inneggia all'opposizione peronista. Articolo di Luca Bagatin

 

E dopo aver perso le elezioni nella provincia di Buenos Aires, lo scorso 7 settembre, il regime liberal capitalista di Javier Milei, ha perduto anche l'appoggio del Congresso argentino, che mercoledì scorso ha votato, a larghissima maggioranza, contro i veti che egli aveva posto contro due leggi che prevedevano maggiori finanziamenti nell'ambito dell'assistenza pediatrica (aumento di stipendio per tutti gli operatori sanitari e acquisto di forniture per gli ospedali pediatrici) e delle università pubbliche.

L'opposizione peronista ed anche diversi deputati un tempo sostenitori di Milei, bocciando tali veti, hanno dunque approvato in via definitiva le due leggi.

Grande esultanza di gran parte della popolazione argentina, che è scesa festante nella piazza di fronte al Congresso e in diverse città argentine quali Rosario, Córdoba, Santa Fe e Tucumán.

Una folla in festa si è riunita – cantando canzoni peroniste, dedicate alla memoria di Evita e Juan Domingo Perón, ma anche dell'ex Presidente peronista Nestor Kirchner - anche sotto al balcone dell'abitazione dell'ex Presidentessa argentina, la peronista Cristina Fernandez de Kirchner, agli arresti domiciliari con la pretestuosa accusa di corruzione.

Cristina Kirchner, che non potrà presentarsi alle elezioni legislative del prossimo 26 ottobre, è diventata il simbolo della lotta peronista contro il regime liberal capitalista di Milei e le sue politiche di macelleria sociale (dalla scuola alla sanità) e di distruzione dei diritti civili.

Cristina Kirchner, sui social ha commentato, in merito: "Oggi la Camera dei Deputati della Nazione ha respinto i veti di Javier Milei contro le leggi sull'emergenza in pediatria e sul finanziamento universitario.

Al 1111 di San Jose, il Paese non cambia idea... segue le bandiere di Evita e Perón... Difende la salute dei bambini e l'Università Pubblica".

Luca Bagatin

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sabato 13 settembre 2025

Pietro Longo, novembre 1980. Dal discorso al Comitato Centrale del PSDI)

 

"Le nostre idee rappresentano una grande speranza per tutta quella parte dell'umanità che rifiuta lo sfruttamento del capitalismo e ricerca nuove strade sulle quali costruire una società più giusta, nella quale si possano affermare tutti i diritti di libertà dell'uomo in una più compiuta giustizia sociale ed in un diffuso progresso economico"
 

Celebrati, in Cina, gli eroi occidentali della Guerra di Resistenza Popolare Cinese contro l'aggressione giapponese. Articolo di Luca Bagatin

Norman Bethune (1890 - 1939)

Nell'ambito dell'80esimo anniversario della Vittoria nella Guerra di Resistenza Popolare Cinese contro l'aggressione giapponese e nella Guerra Mondiale Antifascista, la Repubblica Popolare Cinese ha celebrato e ricordato anche quegli eroi occidentali che si sono sacrificati, accanto al popolo cinese, contro l'imperialismo giapponese.

E' stato infatti ricordato il Dr. Norman Bethune (1890 - 1939), canadese di origine scozzese, elogiato dal Presidente Mao Tse-Tung come “un uomo di nobile carattere, un uomo di puro spirito, un uomo di integrità morale, un uomo libero da interessi volgari, un uomo che è stato di beneficio al popolo”.

Bethune, iscritto al Partito Comunista Canadese, fu attivo come medico chirurgo nelle fila antifranchiste e antifasciste durante la Guerra Civile Spagnola (1936 – 1937). Successivamente, nel 1938-1939, prestò servizio come medico nella Guerra di Resistenza Popolare Cinese contro l'imperialismo giapponese, nelle fila dell'Esercito Popolare di Liberazione, ove morì a seguito di un'infezione contratta a causa di una ferita da taglio.

Negli Anni '60 divenne l'Occidentale più noto nella Repubblica Popolare Cinese e gli furono tributati molti onori per il suo eroismo e servizio.

Bethune si batté molto, nel mondo anglosassone, per promuovere il sistema sanitario universale gratuito, che aveva visto applicato, per la prima volta, in URSS.

A lui furono dedicati due film: “Bethune”, del 1977 e “Bethune: The Making of a Hero” del 1990, impersonati entrambi da Donald Sutherland.

Nell'ambito di tale storico anniversario, è stato ricordato anche Eric Liddell (1902 - 1945), campione olimpico di origine scozzese, nato in Cina e che in Cina, dopo la sua attività sportiva, fu educatore e missionario congregazionista e sostenitore della resistenza dell'Ottava Armata contro i giapponesi e, per questo, internato in un campo di concentramento giapponese, ove morì, all'età di 43 anni.

Alla sua vita di sportivo è ispirato il celebre film, “Momenti di gloria”, del 1981 ed è sepolto nel Mausoleo dei Martiri, in Cina, nella città di Shijiazhuang.

Mio padre amava la Cina e il popolo cinese. Ecco perché, nonostante il suo grande successo alle Olimpiadi di Parigi del 1924, e subito dopo la laurea all'Università di Edimburgo, tornò in Cina”, dichiarò la figlia, Patricia Liddell Russell.

Luca Bagatin

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mercoledì 10 settembre 2025

Il Presidente socialista brasiliano Lula al vertice virtuale BRICS: “L'unilateralismo non porterà mai pace, giustizia e prosperità". Articolo di Luca Bagatin

 

Il Presidente socialista del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, ha convocato, nei giorni scorsi, un vertice virtuale del gruppo dei BRICS (comprendente, oltre al Brasile, Cina, Russia, Sudafrica, India, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Indonesia, Iran e Arabia Saudita).

Durante il vertice, egli ha promosso un sistema volto alla cooperazione, capace di superare ogni forma di rivalità e di difendere il multilateralismo.

Lula ha affermato che i fondamenti dell'ordine internazionale, costituito nel 1945, sono stati rapidamente e irresponsabilmente minacciati dall'unilateralismo (USA, anche se Lula, nel suo discorso, non li ha voluti nominare direttamente) e che l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) è paralizzata da anni.

In poche settimane, misure unilaterali hanno trasformato in lettera morta i principi fondamentali del libero scambio come le clausole della nazione più favorita e del trattamento nazionale. Ora assistiamo alla sepoltura formale di questi principi. I nostri Paesi sono diventati vittime di pratiche commerciali ingiustificate e illegali”, ha sottolineato il Presidente Lula.

Dividere per conquistare è la strategia dell'unilateralismo”, ha affermato Lula, aggiungendo che “Il ricatto tariffario si sta normalizzando come strumento per conquistare i mercati e interferire con questioni interne. L'imposizione di misure extraterritoriali minaccia le nostre istituzioni”.

Il gruppo dei BRICS, il suo sistema di commercio e l'integrazione finanziaria dei vari Paesi che lo compongono, ad ogni modo, stanno attenuando gli effetti del protezionismo, ha ricordato il Presidente brasiliano.

Abbiamo la legittimità necessaria per guidare la rifondazione del sistema commerciale multilaterale su basi moderne, flessibili e orientate alle nostre esigenze di sviluppo. Per questo dobbiamo andare uniti alla 14a conferenza ministeriale dell'OMC, il prossimo anno in Camerun”, ha proseguito.

Egli, ha inoltre spiegato come l'impatto dell'unilateralismo sia grave anche in ambito ambientale, ricordando come i Paesi in via di sviluppo siano i più colpiti dal cambiamento climatico.

In merito ha sottolineato che “Oltre a lavorare per la decarbonizzazione pianificata dell'economia globale, possiamo utilizzare i combustibili fossili per finanziare la transizione ecologica. Abbiamo bisogno di una governance climatica più forte, in grado di esercitare una supervisione efficace”.

Egli, ha inoltre fatto presente come i Paesi del Sud del Mondo possano creare le condizioni per promuovere un nuovo paradigma di sviluppo, volto ad arginare una nuova Guerra Fredda.

In tal senso, ha concluso affermando che: “L'unilateralismo non porterà mai alla realizzazione degli scopi di pace, giustizia e prosperità che i nostri antenati hanno delineato nel 1945 (... ). BRICS è già il nuovo nome della difesa del multilateralismo”.

Luca Bagatin

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Il Blocco Patriottico dei socialisti e dei comunisti moldavi presenta il suo programma fondato su giustizia sociale e sovranità nazionale. Articolo di Luca Bagatin

 

E, mentre nel resto d'Europa, le cosiddette sinistre (o, meglio, quelle che si dichiarano tali), ormai non più socialiste da tempo, arrancano e non si oppongono minimamente al liberal capitalismo che tutto mette in vendita (escludendo le ottime prospettive del britannico Jeremy Corbyn e Zarah Sultana e del suo “Your Party”; quelle del britannico George Galloway e del Partito dei Lavoratori della Gran Bretagna e quelle dei socialdemocratici slovacchi di Robert Fico e Peter Pellegrini), in Moldavia, il “Blocco Elettorale Patriottico dei Socialisti, dei Comunisti, del Cuore e del Futuro della Moldavia”, è pronto per sfidare il governo liberal capitalista di Maia Sandu, alle elezioni del 28 settembre prossimo.

E lo è con un programma socialista senza equivoci e che è recentemente stato presentato in conferenza stampa.

Fra i punti salienti, quelli incentrati in particolare sulla giustizia sociale e la sovranità nazionale, ovvero: ritorno dell'età pensionabile a 57 anni per le donne e 62 anni per gli uomini; ripristino del meccanismo di indicizzazione delle pensioni due volte l'anno; introduzione di un contributo finanziario agli anziani con pensioni basse, una tantum, nei giorni delle festività pasquali e della Giornata Internazionale degli Anziani; politica estera fondata sulla preservazione dell'autonomia della Moldavia e sulla neutralità geopolitica del Paese; ripristino del corso scolastico sulla “Storia della Moldavia”; istituzione di una banca pubblica; introduzione di una tariffa fissa del gas; cancellazione della celebrazione della Giornata dell'Europa del 9 maggio e celebrazione della stessa come Giorno della Vittoria contro il nazifascismo; utilizzo della lingua russa per comunicare all'estero; supporto alle famiglie e alla fertilità delle stesse, con anche età pensionabile ridotta di tre anni per le mamme con più di tre figli; investimenti nel settore sanitario, con anche ampliamento dell'elenco dei medicinali rimborsati dallo Stato; investimenti nel settore scolastico (con anche l'aumento delle borse di studio pubbliche) e degli asili pubblici; riduzione dell'IVA per i prodotti destinati all'infanzia; abolizione dell'imposta sul reddito per le madri con figli piccoli; aumento degli assegni sociali per i figli fino a 5 anni; alloggi gratuiti per i giovani che decideranno di lavorare nelle aree rurali; sviluppo dell'infrastruttura stradale nazionale; creazione di un Fondo Statale per lo Sviluppo Industriale per il periodo 2025-2029 e creazione di 18 piattaforme industriali multifunzionali nei centri distrettuali del Paese, in modo da industrializzare il Paese; controllo pubblico dei prezzi dei prodotti socialmente rilevanti; finanziamento pubblico di progetti di micro-imprese nelle zone rurali; riduzione del numero dei Ministeri; introduzione di un'aliquota zero dedicata agli operatori economici che investiranno in settori chiave determinati dallo Stato.

Questi alcuni dei punti del programma della coalizione della sinistra moldava, costituita da: Partito dei Socialisti della Repubblica di Moldavia (PSRM), guidato dall'ex Presidente della Repubblica di Moldavia Igor Dodon; Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldavia (PCRM), guidato da Vladimir Voronin; Partito Repubblicano Cuore della Moldavia (o Inima Moldovei), guidato dall'ex governatrice comunista della Gagauzia, Irina Vlah e dal Futuro della Moldavia, guidato dall'ex Primo Ministro comunista Vasile Tarlev.

Una coalizione che ha per simbolo una stella rossa e bianca, che racchiude un cuore rosso e bianco, con al centro una falce e martello.

Luca Bagatin

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martedì 9 settembre 2025

Rischi e pericoli dell'Intelligenza Artificiale (per uso privato) e della società tecnologico-industriale. Articolo di Luca Bagatin

 

Da qualche tempo, un po' come tutti, del resto, rifletto sull'Intelligenza Artificiale e sull'impatto che essa ha e può avere sulla vita di tutti i giorni. In particolare il suo utilizzo privato e di “libero”, per così dire, accesso a tutti.

Di questo mi è capitato, soprattutto recentemente, di confrontarmi – spesso telefonicamente - con l'amico Giorgio Pizzol, che ha scritto molto in merito, anche un saggio, parlando delle sue esperienze con ChatGpt e simili.

Stimo molto Giorgio, anche per il suo passato di Senatore della Repubblica Italiana nelle fila socialiste e per la sua curiosità nei confronti delle nuove tecnologie.

Le nuove tecnologie, del resto, le usiamo tutti e io stesso ne sono pressoché schiavo. Sia nel bene che nel male e qui, vorrei entrare nel merito, perché per qualche settimana ho voluto cimentarmi anch'io nell'uso di ChatGpt.

L'ho fatto alla mia maniera, nel senso che amo i racconti e le poesie e ho voluto testarlo in questo senso.

Ho notato come questo strumento di IA, sia pressoché totalmente in grado di costruire racconti, articoli, poesie, al punto che, se ancor più perfezionato, potrebbe arrivare più che tranquillamente a sostituire tutti noi che, della scrittura, ma anche della lettura, abbiamo fatto non solo una professione, ma anche la nostra ragion d'essere.

Scrivere è anche ragionare. Se dai qualche breve imput a ChatGpt, lei ragiona per te (e forse anche meglio di te), attingendo a tutto lo scibile della rete e forse anche oltre.

In sostanza, è divertente, ma ti toglie il piacere, anzi, la possibilità di ragionare e di ricercare con la tue testa. ChatGpt fa tutto per te. Ti disegna persino le immagini che vuoi.

Con ChatGpt potresti fare persino a meno di leggere un romanzo. Lei lo scrive per te, con qualche piccolo input da parte tua che le suggerisca la direzione da prendere (ho passato interi pomeriggi a leggere racconti che ChatGpt ha scritto solo con qualche suggerimento da parte mia e le ho persino fatto scrivere un articolo CON IL MIO STILE – che non ho voluto pubblicare, ovviamente - e io non ho minimamente faticato).

Il bengodi per i pigri, che non amano lo studio. Il bengodi anche per quei giornalisti/scrittori che non hanno voglia di scrivere. Danno quattro imput e ecco tutto pronto: articolo e, volendo, anche un romanzo e altro ancora.

Stupefacente, ma a me, tolto il divertimento da "bambino che scarta i regali a Natale", tutto ciò intristisce. Anzi, inquieta.

Già il web, che io stesso iniziai a usare oltre vent'anni fa, aprendo un blog, ha ucciso, nei fatti, il pensiero e il linguaggio.

Il web è immediatezza. Il linguaggio del web è immediato. E quindi scarno. Vuoto, come il 95% dei contenuti che veicola.

Non ci si stupisca se le persone, nell'emisfero cosiddetto Occidentale e a economia “avanzata”, oggi, è diventato meno intelligente e non sa più scrivere correttamente (lo scrivere correttamente è strettamente connesso alla capacità di ragionare).

Questi “giochini” che ci hanno semplificato la vita, in realtà, ce l'hanno uccisa. Lentamente e senza nemmeno rendercene conto.

Tornando all'Intelligenza Artificiale, che personalmente concepirei solo per uso strettamente pubblico (ovvero appannaggio di appositi organismi pubblici) e connesso al settore medico/sanitario e della sicurezza nazionale e internazionale e vieterei del tutto per utilizzo privato, vorrei elaborare un ragionamento, che ho già esposto anche all'amico Giorgio e che estendo un po' all'intero sistema tecnologico-industriale, che non ho mai visto come una reale forma di progresso.

Anzi.

Il problema di fondo è che gli esseri umani non sono necessariamente dotati di consapevolezza, soprattutto delle conseguenze di ciò che la loro mente produce. Ma la maggior parte ne è convinta. 

La maggioranza degli esseri umani si appoggia alle tecnologie, come un tempo lo faceva (o lo fa ancora, ma in minima parte) alle religioni e/o alle ideologie. Questo per ricercare forme di “sicurezza” che, in realtà, l’essere umano potrà trovare solamente all’interno di sé stesso e non al suo esterno.
Di qui nasce la mia riflessione critica relativa alla tecnologia. Che io stesso utilizzo, come ho già scritto, ma consapevole che è cosa molto negativa e solo in minima parte positiva.
Negativa perché ci distoglie da noi stessi e dalla capacità di ragionare OLTRE l’utilizzo di un mezzo.

Un po’ come la religione, che viene praticata per MEZZO di qualcosa (un prete, un imam, un rabbino, una qualsivoglia entità astratta e/o considerata divina), che è diversa dalla spiritualità, che è, invece, ricerca DENTRO noi stessi. Senza medium, senza mediazioni.
Ogni mezzo/strumento/tecnologia, può essere, inoltre, usato in qualsiasi modo (non esiste un modo buono e uno cattivo, ma c'è o ci può essere sempre un uso positivo e negativo, anche allo stesso tempo, perché TUTTO è possibile in ambito tecnologico).

Generalmente, ogni mezzo/strumento/tecnologia, finisce per dare dipendenza o, in ogni caso, da la possibilità di superare ogni limite. Lecito o illecito… chi può saperlo?
Oggi noi ci stupiamo che esistano soggetti che si mettono a spiare molte donne e diffondere le loro immagini in rete, come il caso di quegli aberranti siti/gruppi social. Ma cosa ha permesso tutto ciò? Determinate tecnologie.
L'esistenza stessa di queste tecnologie.

Se non ci fossero state? Sarebbe andata così? Si dirà che la colpa è di quegli esseri umani, certo ma…. la tecnologia (che nasce da menti umane) permette a tutti di superare OGNI possibile limite. O, se non lo permette oggi, lo permetterà domani.

Perché l'essere umano non nasce purtroppo consapevole, ma è mosso dall'ego, dal senso del possesso, dalla ricerca del piacere esteriore a sé.

Nasce dunque con aspetti che, o nel corso della vita impara a sanare, oppure diverrà strumento stesso della sua schiavitù e di quella altrui.
Personalmente penso che, come un tempo avveniva per le Scuole Iniziatiche e la Magia (sia operativa che speculativa, ovvero intesa nel suo aspetto simbolico e filosofico-sapienziale), anche la tecnologia dovrebbe essere usata con parsimonia e appannaggio solo di un ristretto numero di persone consapevoli.

Liberate dall'ego, liberate dal senso di possesso e completamente al servizio della comunità umana.
Perché, diversamente, la tecnologia rischia di sfuggirci di mano.
Anzi, ci è già sfuggita di mano e da moltissimo tempo.
Molte persone pensano addirittura, con l’IA, di interfacciarsi con un essere umano! Ciò non fa che generare ulteriore isolamento e spersonalizzazione delle persone.

Un giorno, chissà, forse si riuscirà a dare una coscienza alle macchine e… visto il calo demografico, potremmo finire per essere letteralmente sostituiti dalle macchine stesse (e sono pressoché certo che questo avverrà).
Penso che la società tecnologico-industriale, lungi dall’essere una forma di progresso, sia, in realtà, una vera e propria prigione. Dorata, divertente, dalla quale io stesso non posso fare a meno.
Un po’ come direbbe il cocainomane, ormai assuefatto e consapevole che non ne uscirà più.
E' per questo che strumenti come OpenAI dovrebbero diventare “ClosedAI”, ovvero usati solo da un numero molto ristretto di soggetti formati e consapevoli.

Diversamente l'IA finirà per distruggerci.

L'essere umano ha idee bellissime. Ma è, di base, un essere inconsapevole e volto all' autodistruzione e all'egoismo.

Questo ciò che andrebbe compreso, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa.

Aprire le porte a chi non è consapevole porta alla fine di tutto.

A iniziare dalla fine del pensiero.

Per questo esiste la Libertà assoluta e la "libertà" materiale. Ovvero, in questo secondo caso, la schiavitù.

Ciò che andrebbe fatto, diversamente, è costruire comunità consapevoli, libere dal senso di possesso, al servizio esclusivo della comunità, che antepongono il dovere e il sacrificio al piacere effimero e materiale.

Questa è la base della formazione di una società di persone autenticamente libere, responsabili e eguali.

Alternative al sistema tecnologico-industriale che tutto distrugge. Dall'ecosistema al pensiero.

Luca Bagatin

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I peronisti vincono le elezioni della provincia di Buenos Aires e si preparano a battere il governo di estrema destra di Milei. Articolo di Luca Bagatin

 

Il peronismo argentino torna protagonista.

Alle elezioni della provincia di Buenos Aires, di domenica 7 settembre, che hanno rinnovato metà dell'Assemblea Legislativa provinciale, la coalizione peronista di centrosinistra, socialista e populista di sinistra, Fuerza Patria, ha conquistato ben il 47,3% dei consensi, superando di gran lunga l'attuale coalizione di governo liberal-capitalista e di estrema destra, La Libertad Avanza, che si è fermata al 33,7%.

A seguire la coalizione peronista centrista, alleata ai radicali, Somos Buenos Aires, con il 5,3% e il trotzkista Fronte di Sinistra e dei Lavoratori con il 4,4%. Le altre liste hanno ottenuto meno del 3% dei voti.

Fuerza Patria, che ha ottenuto il record dei voti nelle zone rurali, è stata fortemente sostenuta dall'ex Presidentessa peronista Cristina Kirchner, attualmente agli arresti domiciliari a causa di una ingiusta condanna dalla Corte Suprema argentina, per presunta corruzione relativa al periodo nel quale governò il Paese.

Cristina Kirchner, per festeggiare la vittoria del peronismo alle elezioni di Buenos Aires, è apparsa sul balcone di casa sua, indossando una maglia con un cuore rosso al centro e ha ringraziato la folla in festa.

L'ex Presidentessa, paladina dei diritti sociali e civili, assieme al marito Nestor, durante i loro anni di buongoverno, è sempre stata fortemente critica, anche sui social, nei confronti delle politiche di macelleria sociale attuate dal governo di estrema destra presieduto da Javier Milei, il quale ha vinto le elezioni, purtroppo, a causa di divisioni interne nel fronte peronista, che hanno favorito gli oppositori.

Ed ha invitato l'elettorato argentino, anche sui social, a sostenere i peronisti alle elezioni legislative del 26 ottobre prossimo, alle quali lei, purtroppo, non potrà essere candidata.

Il governo Milei, leader del partito liberal-capitalista La Libertad Avanza, è stato duramente contestato dalla piazza argentina, nell'ultimo anno, a causa delle sue politiche di distruzione dello stato sociale, di smantellamento dell'apparato pubblico e per aver addirittura negato l'esistenza della sanguinaria e terrorista dittatura militare che governò il Paese, dal 1976 al 1983.

Lo slogan della piazza peronista, in questi mesi, è stato “Mai Più”, riferendosi al non voler mai più ritornare ai tempi della dittatura militare antiperonista, che ha causato la scomparsa di migliaia di dissidenti (i cosiddetti desaparecidos), rapito bambini, compiuto violenze e torture, con l'appoggio dei governi USA.

Fu grazie al governo peronista di sinistra di Nestor Kirchner, se il regime criminale di Jorge Videla fu denunciato, con oltre 1.200 persone, legate al regime militare, finalmente condannate e con Videla condannato a due ergastoli e a 50 anni di carcere.

Il peronismo argentino, che ebbe come fondatori e paladini il Presidente e Generale Juan Domingo Peron (1895 - 1974) e sua moglie Evita (1919 - 1952), con la sua dottrina fondata su giustizia sociale, sovranità nazionale, indipendenza economica e unità del mondo latinoamericano e del Terzo Mondo, contro ogni forma di colonialismo e di imperialismo, sta dunque tornando sulla cresta dell'onda ed è pronto a rovesciare democraticamente il nuovo regime – tanto amato dalla Meloni (che ha concesso a Milei addirittura la cittadinanza italiana...sic!) e da Trump - fondato su egoismo, avvicinamento al regime USA ed ai suoi pessimi satelliti e che ha impedito all'Argentina di aderire ai BRICS.

Luca Bagatin

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venerdì 5 settembre 2025

Il Socialismo della coerenza di Pietro Longo

   

"...il capitalismo presenta inadempienze clamorose nella ripartizione delle ricchezze e dei consumi, nella soddisfazione dei bisogni e nella politica sociale”

“...siamo ancora molto indietro nell'attuazione istituzionalizzata delle forme di democrazia diretta”

“La lotta che noi conduciamo attualmente in Italia è la lotta per reintrodurre nella società e nella realtà economica il momento della responsabilità, dopo che l'ipertrofia dell'assistenzialismo e l'esplosione del rivendicazionismo hanno portato all'attuale deresponsabilizzazione. Quando noi studiamo i possibili progetti di “autogestione”, di “cogestione”, sulla scia di sperimentazioni condotte in altri Paesi europei, non facciamo altro che cercare le vie di un disegno di responsabilizzazione di tutta la società civile, quindi anche a livello della classe lavoratrice, anche delle categorie del lavoro manuale. Noi ci battiamo, cioè, perché, in un quadro di libertà, tutte le componenti della società diventino in un certo senso “ceto medio”

“La relazione e l'opera di Willy Brandt si collocano sulla scia di questa grande tradizione che dal punto di vista dei principi discende dal socialismo riformista e democratico che si è sviluppato nei decenni passati soprattutto in alcune nazioni dell'Europa occidentale. (…). Un socialismo democratico e libertario che ha sempre denunciato e combattuto gli egoismi e gli avventurismi del sistema capitalistico, contro le dittature militari e fasciste, contro il colonialismo economico e contro il sistema internazionale fondato sullo sfruttamento di alcuni popoli a vantaggio di altri” .

(Pietro Longo, ex Segretario del Partito Socialista Democratico Italiano ed ex Ministro del Bilancio e della Programmazione Economica)

Per approfondimenti:

Il socialismo della coerenza di Pietro Longo. Un ricordo di un'epoca che non esiste più. Articolo di Luca Bagatin

 https://amoreeliberta.blogspot.com/2024/03/il-socialismo-della-coerenza-di-pietro.html

  

giovedì 4 settembre 2025

Anche il socialista democratico slovacco Robert Fico alla celebrazione antifascista in Cina, senza fare sconti agli irresponsabili vertici UE. Articolo di Luca Bagatin

 

Il Presidente socialista democratico della Slovacchia, Robert Fico, è stato l'unico capo di Stato di un Paese UE e NATO ad essere presente a Pechino, alla commemorazione dell'80esimo anniversario della Vittoria nella Guerra di Resistenza Popolare Cinese contro l'aggressione giapponese e nella Guerra Mondiale Antifascista.

Robert Fico è noto per le sue posizioni fondate sulla giustizia sociale e la sovranità nazionale, al punto da aver rispedito al mittente, nell'aprile scorso, le assurde richieste dell'esponente della destra estone, Kaja Kallas, rappresentante per gli affari esteri dell'UE, che gli avrebbe voluto impedire di partecipare alle celebrazioni del Giorno della Vittoria, a Mosca, per commemorare la vittoria sovietica contro il nazifascismo.

Grande amico della Repubblica Popolare Cinese e, con essa, sostenitore di una soluzione pacifica alla crisi ucraina, ha espresso il suo plauso nei confronti del contributo significativo della Cina nella vittoria nella Guerra Mondiale Antifascista ed alla promozione della pace mondiale.

Fico, ha ribadito che la Slovacchia sostiene il principio di una sola Cina e anche la proposta di una governance globale, proposta dal Presidente cinese Xi Jinping, al fine di costruire un mondo più equo e giusto e, assieme al Presidente Xi, intende continuare a rafforzare i rapporti economici e la cooperazione Slovacchia-Cina.

Il Presidente Fico, anche sui social, non ha fatto sconti ai vertici dell'UE e così si è espresso: “Per coloro i quali si sono persi i messaggi di ieri del Presidente cinese Xi Jinping, vorrei ricordarglielo. Il mondo si trova di fronte a una scelta tra pace e guerra, e la Cina dichiara che la pace, la giustizia e il popolo devono prevalere. Se l'UE pensa che il nuovo ordine mondiale che sta nascendo fuori dall'Europa possa essere ignorato nascondendo la testa sotto la sabbia, si sbaglia di grosso. Grazie alla sua miopia e arroganza, l'UE si sta muovendo non sul secondo, ma sul terzo binario della politica mondiale. La mancata partecipazione dei rappresentanti dell'UE e dei suoi Stati membri alle celebrazioni in Cina è stato un enorme errore politico”.

Robert Fico, oltre ad essere Premier della Repubblica Slovacca dal 2023 (aveva già ricoperto tale ruolo dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018), è alla guida del partito socialista democratico e populista di sinistra Direzione-Socialdemocrazia (SMER), che conta circa il 25% dei consensi e ha una piattaforma che rifiuta le ricette economiche liberali e promuove un'economia fondata sull'intervento pubblico e la cooperazione internazionale.

Luca Bagatin

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mercoledì 3 settembre 2025

Zack Polanski nuovo leader dei Verdi britannici. Speranze per la nascita una lista di sinistra - con Corbyn - dalla parte dei più deboli, per un mondo più giusto. Articolo di Luca Bagatin

 

Zack Polanski, classe 1982, di origine e fede ebraica, omosessuale dichiarato, un passato nelle fila liberaldemocratiche, è diventato leader del Partito dei Verdi dell'Inghilterra e Galles, al quale è iscritto dal 2017, con una piattaforma che ha definito, in senso positivo, “eco-populista”, ovvero capace di unire difesa dell'ambiente ad un'equa distribuzione delle risorse.

Polanski, infatti, sostiene – fra le altre cose - l'introduzione di una tassa sulla ricchezza per i miliardari; la rinazionalizzazione delle compagnie idriche e la regolamentazione delle società private e ritiene che la lotta ai cambiamenti climatici possa essere meglio sostenuta colpendo le classi più abbienti che, con il loro tenore di vita, la stanno causando.

Relativamente alla guerra fra Israele e Gaza, ritiene che vi sia una forma di genocidio nei confronti del popolo palestinese e che il Regno Unito dovrebbe considerarlo tale.

Critico nei confronti del rapporto fra Gran Bretagna, USA e NATO, ritiene che essa dovrebbe uscire dall'Alleanza Atlantica e dare priorità alla difesa dell'Europa, alla pace e alla diplomazia nella risoluzione delle controversie internazionali.

Fra le sue priorità, quella di lottare tanto contro la destra, quanto contro il Partito Laburista di Starmer, che non ha nulla di sociale né di laburista.

Siamo qui per sostituirvi”, ha dichiarato Polanski, dopo l'investitura a leader Verde britannico.

Ha incassato il sostegno dell'ex leader laburista Jeremy Corbyn, leader, assieme a Zarah Sultana, del nuovo partito di sinistra e di ispirazione socialista “Your Party”, il quale aveva recentemente dichiarato che vorrebbe creare una coalizione o una lista unitaria con i Verdi, per battere la destra liberal capitalista dei conservatori e gli pseudo “laburisti” di Starmer.

Tale lista unitaria, secondo un recente sondaggio Ipsos, potrebbe raccogliere circa il 31% dei consensi.

Jeremy Corbyn, dopo la vittoria di Polanski ha dichiarato, su Facebook: “Congratulazioni a Zack Polanski per la sua straordinaria vittoria.
La sua campagna ha sfidato i ricchi e i potenti, ha difeso la dignità di tutte le comunità emarginate e ha dato speranza alla gente!
Il vero cambiamento sta arrivando. Non vedo l'ora di lavorare con lui per creare un mondo più giusto e più gentile”.

Luca Bagatin

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martedì 2 settembre 2025

RITRATTI DEL SOCIALISMO. Per comprendere il come e il perché in Occidente il socialismo è stato volutamente distrutto, ma anche il come e il perché sta rinascendo e dando vita a un nuovo ordine mondiale multipolare, più giusto e inclusivo

  

È in atto, a partire dai primi Anni '90, una distruzione sistematica del socialismo nel mondo.
In Italia lo abbiamo sperimentato con la falsa rivoluzione chiamata "Tangentopoli" (e prima con il falso scandalo P2, preludio di Tangentopoli, come spiegò anche il prof. Aldo A. Mola). 
Una distruzione voluta dal mondo liberal capitalista, con sede a Washington, Bruxelles, Berlino....
Tutte cose già ampiamente denunciate anche da Bettino Craxi.
Nel mio ultimo saggio, RITRATTI DEL SOCIALISMO, con prefazione di Ananda Craxi, parlo di questo.
Ma anche del riscatto socialista nel mondo extraeuropeo. E dell'avvenuto di un nuovo ordine mondiale multipolare, più equo e giusto, che sta soppiantando i vecchi regimi occidentali liberal capitalisti, antisocialisti e suprematisti.
 
RITRATTI DEL SOCIALISMO è disponibile a questo link: https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/670930/ritratti-del-socialismo/
 
Luca Bagatin
  
 

 

La Repubblica Popolare Cinese e un nuovo ordine mondiale multilaterale, più equo, giusto e ordinato. Articolo di Luca Bagatin

 

L'equilibrio e la razionalità della Repubblica Popolare Cinese è sempre più evidente anche nell'ambito del 25esimo vertice del Consiglio dei Capi di Stato dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), tenutosi nei giorni scorsi nella città di Tianjin, nella Cina settentrionale.

Il Presidente cinese Xi Jinping, che ha presieduto il vertice, ha sottolineato la necessità di una Global Governance Initiative, atta ad “aiutare la comunità internazionale a condividere opportunità di sviluppo, costruire un sistema di governance globale più giusto ed equo e procedere congiuntamente verso una comunità umana dal futuro condiviso”.

Una iniziativa, in sostanza, non già volta a contrapporsi a un Occidente ormai alla deriva, vista l'inadeguatezza della sua classe dirigente, come scritto da tanta grande stampa di casa nostra, ma impegnata a sostenere l'uguaglianza della sovranità dei vari Paesi, aderendo allo Stato di diritto internazionale, in modo da praticare un autentico multilateralismo e promuovere un approccio fondato sulle persone.

La Cina, del resto, è da tempo impegnata a dare voce e a cooperare con i Paesi del Sud del mondo; fin dall'inizio della crisi ucraina è impegnata a gettare acqua sul fuoco (già nel marzo 2022, il Ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, si era espresso alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza nella ricerca di: “una soluzione pacifica che garantisca sicurezza e stabilità in Europa”, sottolineando come “nessuno è al di sopra del diritto internazionale”. In particolare, relativamente all'Ucraina, aveva affermato – ammonendo tanto gli USA che la Russia e l'UE - che “L'Ucraina deve essere un ponte che unisce Est e Ovest e non una linea di fronte per una competizione tra diverse potenze”); è fermamente impegnata nella cooperazione internazionale (sempre nel marzo 2022, il Ministro Wang aveva ribadito due concetti fondamentali: il primo affermando: “si è tornati ad una mentalità da Guerra Fredda, ma è sbagliato riportare indietro le lancette della Storia. Per trasformare il mondo in un posto migliore, i Paesi devono lavorare insieme, in un clima fondato sulla cooperazione, non sulla competizione”. Il secondo facendo riferimento alla lotta mondiale contro una pandemia difficile: “Dopo la pandemia l'economia mondiale si sta riprendendo lentamente e, per avviarci verso un progresso sostenibile, ci appelliamo a tutti i Paesi per agire insieme”) ed anche per quanto riguarda la crisi in Medio Oriente, ha una posizione di lungimiranza e equilibrio senza equivoci ed è da sempre per il riconoscimento dello Stato della Palestina e ha sempre denunciato il regime di Netanyahu per i bombardamenti contro i civili.

In tal senso, la Repubblica Popolare Cinese, guidata da Xi Jinping, Segretario del Partito Comunista Cinese e grande leader socialista riformista, come i suoi predecessori, da Deng Xiaoping a Hu Jintao, innalza la bandiera del multilateralismo e del sostegno alla pace mondiale, verso la costruzione di un ordine internazionale, che ponga al centro la sicurezza globale, la prosperità e il progresso a beneficio di tutta l'umanità.

Egli, nel suo discorso, fra le altre cose, ha affermato che: “Siamo stati i primi a istituire un meccanismo di rafforzamento della fiducia militare nelle regioni di confine, trasformando la vasta frontiera in un legame di amicizia, fiducia reciproca e cooperazione. Siamo stati pionieri nell'adottare misure multilaterali per combattere le 'tre forze del male', gestire adeguatamente conflitti e divergenze e opporci con fermezza alle interferenze esterne, mantenendo così la pace e la stabilità nella regione.

Abbiamo assunto un ruolo guida nel lancio della cooperazione nell'ambito dell'Iniziativa Belt and Road, la quale ha ulteriormente rafforzato l'impulso allo sviluppo e alla prosperità regionale. L'obiettivo di superare i 2,3 trilioni di dollari di scambi commerciali cumulativi tra la Cina e i Paesi dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai è stato raggiunto in anticipo rispetto al previsto. Sono stati aperti quasi 14.000 chilometri di linee internazionali di trasporto stradale tra gli Stati membri e con un totale di oltre 110.000 servizi ferroviari merci della China Railway Express.

Siamo stati i primi a stabilire un trattato a lungo termine di buon vicinato, amicizia e cooperazione, dichiarando amicizia e un impegno eterno alla non ostilità. L'istituzione e il pieno utilizzo di meccanismi come il Comitato di Buon Vicinato, Amicizia e Cooperazione della SCO hanno promosso l'amicizia e la comprensione reciproca tra i popoli degli Stati membri.

Siamo stati i primi a proporre il concetto di governance globale basato su ampie consultazioni, contributi congiunti e benefici condivisi, praticando un vero multilateralismo. L'approfondimento della cooperazione con le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali ha svolto un ruolo positivo nel promuovere la pace e lo sviluppo nel mondo”.

Il primo a credere nella Repubblica Popolare Cinese – che ha sempre giocato un ruolo importante, oltre i blocchi contrapposti USA-URSS - fu il nostro caro leader socialista Pietro Nenni, che nel 1955 incontrò Mao Tse-Tung ed ebbe lunghi rapporti di amicizia con Zhou Enlai, capo di governo della Cina socialista dal 1949 al 1976.

Grande importanza alla Cina socialista e alle sue riforme, la diede anche il già indimenticato Segretario e Presidente del Consiglio del PSI Bettino Craxi e il Ministro degli Esteri socialista Gianni De Michelis.

Ma non solo.

Pensiamo al Senatore della Democrazia Cristiana, Vittorino Colombo, più volte Ministro e Presidente del Senato.

Il Sen. Colombo, oltre ad essere stato fondatore della rivista “Mondo Cinese”, nel 1973, quale pubblicazione dell'Istituto Italo Cinese, fu in contatto diretto con Deng Xiaoping e Zhou Enlai e nel suo saggio fondamentale, ovvero “La Cina verso il 2000 – Il socialismo dal colori cinesi”, edito nel 1986 dalle Edizioni del Sole24 Ore, ci spiegò nel dettaglio il nuovo corso modernizzatore intrapreso dalla Cina socialista.

Una modernizzazione socialista – spiegava già il Sen. Colombo negli Anni '80 - fondata sull'armonia in ogni ambito; sul servizio della comunità; sulla non-egemonia e sulla non ingerenza negli affari interni dei singoli Stati e che coniuga confucianesimo e marxismo, aspetti che mirano a “distruggere l'egoismo”, cuore pulsante della concezione borghese del mondo, per far prevalere l'interesse comune.

E che permette la libertà religiosa, ma la considera un fatto privato.

E già allora il Sen. Colombo racconta di come Zhou Enlai, Primo Ministro del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese, parlava di “superamento di un mondo bipolare”, auspicando la fondazione di un nuovo ordine, fondato sull'amicizia fra le nazioni, sulla base del mutuo rispetto.

Il caro amico prof. Giancarlo Elia Valori, importante manager e analista geopolitico, da moltissimi anni ci parla della Cina socialista, della necessità di studiarne il sistema e di cooperare con essa, promuovendo il sistema del BRICS.

In un suo importante articolo, il prof. Valori ha scritto: La modernizzazione cinese non è una visione che la Repubblica Popolare vuole imporre ad altri Paesi, come il caso dei tentativi d’occidentalizzazione che a tutti i costi quel sistema di produzione cerca d’imporre al mondo. Cercare la soddisfazione per il popolo cinese e il ringiovanimento della nazione è la missione base della modernizzazione cinese” (...) L’era del socialismo con caratteristiche cinesi fornisce una garanzia istituzionale più completa, una base materiale maggiormente solida, nonché una forza spirituale più attiva verso la modernizzazione nazionale. Si combinano i principi fondamentali del marxismo con caratteristiche cinesi attraverso la realtà specifica della Cina e con la sua cultura tradizionale. La spinta alla modernizzazione, l’approfondimento della sua comprensione teorica, la continua maturazione strategica e l’arricchimento della pratica, sono state avanzate in una serie di idee, nuovi punti di vista e lungimiranti conclusioni, che arricchiscono e sviluppano teorie modernizzatrici. Essa è una nuova analisi delle teorie che hanno promosso da anni le conquiste e i cambiamenti storici del Paese”.

E, nell'agosto del 2023, il prof. Valori scrisse, confermandosi ancora una volta profetico: “il gruppo BRICS è aperto ad aiutare i Paesi a svilupparsi, così come a promuovere gli investimenti e il commercio, e non impone mai precondizioni.

Ancora più importante, il gruppo BRICS difende la multipolarizzazione e il multilateralismo. Difendendo il multilateralismo, i Paesi BRICS lottano contro il concetto di Guerra Fredda ed aprono alla possibilità di costruire un ordine economico internazionale più giusto ed equo, da cui il mondo può trarre beneficio”.

Ed ha concluso il suo intervento sottolineando come Le economie emergenti, in particolare i Paesi BRICS, hanno sperimentato un’economia di vigorosa crescita e sono diventati importanti motori dello sviluppo economico globale. Tuttavia, di fronte a questi cambiamenti, i Paesi europei non hanno risposto attivamente. A parte le aspirazioni della Francia alla ricerca dell'autonomia strategica europea, esempi dall'Italia e altri Paesi parlano da soli: opportunità di sviluppo mancate, ostacoli terroristici, ignoranza e incompetenza politica”.

E siamo sempre lì.

Con una UE la cui classe dirigente non ne ha azzeccata una.

Una UE la cui classe dirigente sostiene una autocrazia di destra guidata da un comico che non vuole minimamente il dialogo; una UE che sostiene un riarmo inutile e costoso (mentre il comparto pubblico viene sempre più ridotto all'osso); una UE e una classe dirigente italiana che non fa nulla per arginare e colpire con forza il fenomeno delle baby gang e non fa nulla per combattere una violenza dilagante e gratuita che colpisce i settori più indifesi della società (dalle donne agli anziani) e non fa nulla per porre un argine a una società sempre più consumista, sempre meno moralizzata, sempre meno ordinata e civile.

E' facile sbandierare per anni, in campagna elettorale, lo slogan “sicurezza, sicurezza”. E parlare di “sicurezza internazionale”, ma in entrambi i casi senza sradicare le ragioni che portano all'instabilità e al caos.

La Repubblica Popolare Cinese, su questo, ha moltissimo da insegnare, ma occorre approfondire senza pregiudizio, con spirito pragmatico e da costruttori di ponti, come lo erano Nenni, Craxi, De Michelis, il Sen. Colombo e come lo è il prof. Valori.

Costruttori di ponti nel senso più serio del termine e non da boutade da fiction televisiva quale è quella del “ponte sullo Stretto di Messina”, intendiamoci.

A parlare, del resto, saranno i fatti, geopolitici ed economici, come sempre.

Spiace certo, che l'Italia, un tempo governata con serietà dal Centro-Sinistra (unico e autentico, quello formato da PSI – PSDI – PRI – DC - dal 1948 al 1993), sia finita molto male, con una classe dirigente di eredi del post PCI e del post MSI non adeguata alle necessità del Paese e della Storia.

Spiace altrettanto che l'UE, sognata da Ernesto Rossi, Altiero Spinelli e Eugenio Colorni e sostenuta un tempo da ideali socialisti, repubblicani, democratici, sia finita ben presto nelle mani di euro-burocrati e di fondamentalisti di un atlantismo irresponsabile e fuori tempo massimo.

Molti di noi rimpiangono Silvio Berlusconi, certo. Nel bene o nel male, molte cose le aveva dette e comprese. Nemmeno i suoi, alla fine, lo hanno ascoltato.

Siamo al punto in cui siamo. Ma i fatti parlano.

Chi, come la Cina, ha saputo imparare dalla Storia e dai suoi errori, ha oggi molto da dire e anche molto da insegnare. Chi non ha imparato... presto o tardi finirà per imparare, purtroppo a spese di tutti noi.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it